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Il piacere del ripetere

Sono sempre stato una persona che bene o male riusciva nelle cose.

Mi sono sempre approcciato con entusiasmo a quello che facevo fosse un lavoro a una attività sportiva.

Spesso anche troppo, tant’è che le mie passioni si sono consumate rapidamente lasciando il vuoto.Ho scoperto che si tratta di una caratteristica legata anche anche alla mia ciclotimia.

Grande entusiasmo e nuovi stimoli che poi però vanno ad esaurirsi.E avere la necessità di cercarne di nuovi.Alla soglia dei 50 anni, in mezzo a tante cose, sono però riuscito a capire che l’entusiasmo non basta.

Quello che vai a costruire non ha fondamenta buone se si tratta solo di entusiasmo e ricerca di stimoli nuovi.Avvicinarmi alla meditazione e alla corsa mi ha fatto scoprire l’importanza di un elemento che conoscevo ma che guardavo da lontano come se non fosse necessario.

Come quell’utensile che non è facile da usare, che tieni sullo scaffale e che per pigrizia sostituisci con altre cose meno indicate. Uguale.

Ho scoperto che la “pratica” e la “disciplina” sono una parte quasi fondamentale, essenziale, nello svolgere una qualsiasi attività, o lavoro, nella quale riponiamo una speranza di miglioramento.Non voglio certo essere come quei personaggi che fanno contenuti motivazionali sui social che corrono a torso nudo sotto la pioggia esaltando la sofferenza.

Per la mia esperienza uscire dalla zona “entusiasmo” ed entrare nella zona “pratica” é stata la miglior scoperta in vecchiaia.

Eppure lo dovrei sapere bene, lavorando nel mondo del disegno e del tatuaggio, so benissimo che per disegnare bene devi provare e riprovare, acquisire capacità, fallire e riprovare.

Ma acquisire la consapevolezza di quanto sia importante ripetere un gesto, con dedizione, anche senza un vero risultato tangibile in un primo momento, è stata fondamentale tanto quanto sorprendente.Uscire da una visione legata dalla prestazione momentanea ed entrare in quella legata al gusto e al piacere di ripetere quel gesto, é stato quello che mi ha fatto apprezzare le cose che sto facendo in modo completo.

Il gusto e il piacere possono essere nel gesto in sé, ma anche nel sapere dentro te stesso che quello che stai facendo va aldilà di un beneficio o risultato momentaneo, a favore di un qualcosa più ampio.Come si dice, è il viaggio che conta, non la destinazione…ni…

Contano tutti e due, uno in funzione dell’ altro.Perché il viaggio può essere sì bello, ma può essere anche faticoso , con mille disagi o problemi.Ecco che allora la disciplina, la fiducia, la pratica arrivano come ossigeno ad aiutare, sempre a patto tu le coltivi e tu impari a utilizzarle.Ma anche accettazione, consapevolezza, umiltà etc. etc.

E non voglio nemmeno fare il santone che con aspetto sorridente vi parla di illuminazione.

Parlo dell’accettare il fatto che se ti piace quello che fai, forse non è sempre detto che sia un piacere farlo. Correre sui sentieri e sulle montagne dietro casa mia è la cosa migliore che potessi iniziare a fare, ma a volte tocca fare un’uscita in paese su asfalto la mattina con il sonno, tornare a casa e fare esercizi quando vorresti il divano, saper rinunciare ad un’uscita per non affaticare un infortunio o anche voler fare un super giro e invece rimanere delusi perché le gambe non girano o il cuore non ne vuole sapere di stare sereno.Vale lo stesso per la meditazione. Ti siedi, magari all’alba, e la mente nonostante il sonno inizia a fare il suo lavoro: sforna pensieri.

Belli, brutti, assurdi.E qualche volta ti chiedi se dopo mezz’ora di colpi di sonno e bizzarri ragionamenti sia servito a qualcosa.

Ma anche qui la pratica ti aiuta ed impari che se non è al momento prima o poi i risultati di quello che fai arrivano. Ecco ho capito che anche queste cose sono pratica e disciplina.

Ripetere un gesto cercando di farlo al meglio, rinunciare alla soddisfazione se può essere rischiosa per il nostro corpo e fare tutto accettando il risultato.

Accettare il percorso con i momenti belli e quelli meno divertenti, con la consapevolezza che la destinazione, ovvero quella gara o quel giro lungo godendosi le montagne con la mente centrata sul momento, ad un tratto arriva, senza nessuna smania o ansia o aspettativa… ed é una sensazione che mi rende sereno almeno quanto il gesto del correre libero e sereno.

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