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Transgrancanaria e riflessioni sulle ultratrail

Ciao, sono Francesco Falleni, ultra trail runner dei Survival trail runner asd, ambassador U-glow Sport, dopo aver portato a termine diverse ultra, tra cui lo scorso anno LUT e Adamello, ho deciso di percorrere i sentieri della Gran Canaria!

1.  Come ti prepari mentalmente nei giorni e nelle ore precedenti una gara di lunga distanza? Hai rituali o strategie per calmare l’ansia?   

L’affrontare una Ultra, oltre ad una preparazione fatta non a caso, richiede una forza mentale che va ad incidere, a mio parere, per un buon 60% sulla riuscita della prestazione. Nel mio percorso di crescita ho sempre cercato situazioni in cui mi trovavo solo, io e il mondo intorno a me. Quindi questa, chiamiamola, predisposizione, mi aiuta tantissimo a distaccarmi dalle problematiche legate alle ansie di affrontare nuove avventure. ln più nel corso delle mie sedute di allenamento faccio due/tre volte a settimana una sorta di yoga legato allo stretching che personalmente mi aiuta a riallineare la mente.

Rituali, nessuno. Ansie: mmmh…..no non le chiamerei ansie, le mia sono più “eccitazioni”, vibrazioni dovute ad emozioni di affrontare, scoprire nuovi luoghi. Perché un Ultra sopra una certa distanza non è più una competizione ma un viaggio, con noi stessi dentro un nuovo mondo.

2.  C’è stato un momento in cui hai sentito di toccare un limite?  Come l’hai attraversato? 

I limiti non mi sembra di averne mai avuti, nel senso che forse se stavano per sopraggiungere li ho sempre preventivamente tamponati. lo credo che se prima di affrontare qualsiasi percorso, uno ci arriva per gradi, l’asticella del limite si innalza di pari passo con la propria preparazione.

3.  Quali paure hai incontrato lungo il percorso e come le hai accolte? 

ln questa Transgrancanaria la paura avuta è stata prettamente legata all’idratazione, in quanto la difficoltà maggiore di questa gara sono le escursioni termiche. Una sorta di attraversamento delle 4 stagioni in una unica giornata. Pensa che alla partenza di Las Palmas c lerano 1 9 gradi, quindi temperatura primaverile, poi salendo verso Teror la temperatura è calata bruscamente fino a trovare nebbia e una sorta di nevischio salendo verso Fontanales dove era collocata la prima base vita. Per poi andare incontro durante il giorno a circa 27/28 gradi con vento. Quindi il rischio disidratazione era una variabile concreta. Tutto questo è stato superato impostando, e quindi imponendomi, sul Garmin di idratarmi ogni 10 minuti, arrivando così al giorno dopo idratato.

4.  Come riesci a mantenere la concentrazione e rimanere nel “flusso” per ore? Ti affidi a mantra o pensieri positivi nei momenti di crisi? 

Credo che la concentrazione sia principalmente legata alla stanchezza, la noia non la prendo nemmeno in considerazione, e solitamente riesco nell’arco delle 20/24 a non avere cali importanti che ne pregiudichino. Per esperienza è più facile perderla in un lungo autogestito che in una competizione, anche perché comunque in quest’ultima i ristori spezzano il loop in cui entri dopo tanto tempo di percorrenza.

5.  Hai mai vissuto momenti di connessione profonda con te stesso o con la natura durante la corsa?   

Mi capita spesso, di entrare in totale sintonia con me stesso e di conseguenza con la natura. Anzi le due cose sono comparative. Frequentemente mi soffermo facendo profondi respiri nel mezzo del niente guardandomi intorno e apprezzando il mondo che mi circonda, quasi come a stabilire una connessione, e questo mi emoziona, mi trasmette energia, ti fa sentire parte integrante della natura.

Questo è successo anche alla Transgrancanaria, i profumi, I’aria, il vento, la danza delle cine degli albeti, il cinguettio degli uccellini……tutti suoni e movimenti visti e rivisti, ma ogni volta come se fosse la prima!

6.  Il supporto di amici, familiari o altri runner ha influenzato la tua resilienza mentale?   

Dopo tante ore di gara, mi piace condividere un momento particolare, um panorama con la mia famiglia. E uno dei pochi momenti in cui prendo lo smartphone e faccio una videochiamata a moglie e figli. Un attimo che mi diffonde entusiasmo perché condivido un mio stato emozionale a le persone che riempiono la mia vita.

Con i runners capita di condividere momenti, di farsi forza, di incoragguarsi ma niente più. Rimango concentrato sul mio percorso.

7.  Come elabori mentalmente l’esperienza dopo aver tagliato il traguardo?

Col senno di poi, ad ogni gara capita di fare un analisi, e i primi pensieri vanno subito a quelle negatività che per forza di cose in gare Ulta capitano. Nelle giornate a seguire invece tornano inevitabili i momenti belli trascorsi le fatiche spariscono e subito la mente porta alla prossima lunga avventura.

Lo stesso è capitato anche stavolta. Addirittura mi ero detto che non avrei più fatto la transgrancanaria per x motivi. Per il troppo asfalto nel primo terzo di gara (quasi 1 1 80%), per gli ultimi 10 km corsi in piano dentro un letto di un fiume secco che ti fanno odiare in quel momento gli organizzatori e. Ma poi ripensi a tutto il viaggio e vorresti ripartire il giorno stesso.

8.  Oltre alla preparazione fisica , necessarie per una gara così impegnativa, ti dedichi anche(magari con il supporto di qualche specialista)  ad una sorta di preparazione mentale?

No, diciamo che per il mio mantra mentale, oltre come avevo detto all’inizio, faccio spesso uscite, allenamenti in solitaria anche con tempo avverso e in notturna. Questo mi aiuta a non aver problemi nei momenti di crisi che inevitabilmente capitano e che una volta superati, perché vanno superati, rafforzano la propria stima e convinzione. Parto con l’idea che nel prezzo dell’iscrizione ci sia, pacco fara gadget, premio finisher e crisi! Fa tutto parte del pacchetto.

9.  Quale è stato il tuo primo approccio con la corsa e come si è evoluta?

Ho sempre odiato la corsa, solo il pensiero mi rabbrividiva! Poi mi è capitato sfortunatamente o fortunatamente un infortunio che mi ha portato a subire un’intervento ad un ginocchio. E durante la fase riabilitativa mi avevano consigliato, dopo un lungo periodo di camminate, di provare a correre e così feci, perché volevo tornare competitivo con quello che facevo in quel momento, e siccome sono duro a morire feci questta forzatura fino a quando non mi portarono a correre sui sentieri!!!!

Amore a prima vista!!! Sentieri, percorsi che avevo fatto a trekking ma che mai avevo visto come percorsi per correre. Una luce si accese dentro e tutt’oggi continua ad illuminarmi sempre con una intensità maggiore.

10.  Quanto dedichi alla preparazione del materiale per la gara e quanto ti aiuta psicologicamente nell’affrontare tante ore e imprevisti vari.

Eh beh .. questo forse è l’aspetto più difficile.

Preparo, ci ripenso, ripreparo il materiale svariate volte per poi usare quasi sempre gli stessi materiali, lo stesso abbigliamento che ho acquisito con l’esperienza . Ma il fare sempre lo stesso, diciamo, rituale è come iniziare una cena con l’antipasto. E l’inizio dell’avvicinamento alla gara, na tutto questo non mi dà ansia … anzi adrenalina, voglia, impazienza, una doccia di endorfine che mi piovono addosso.. La parte più difficile da pianificare rinane l’alimentazione.

Sicuramente ho omesso qualcosa, ma questa analiisi generica è valsa per la Transgrancanaria che per le altre gare affrontate, e varrà anche per le future che saranno sempre più impegnative perché personalmente non mi accontento! …possibilità permettendo!

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