Resoconto semiserio di una possibile tragedia.
Siamo tutti nel fango, ma alcuni di noi guardano verso le stelle.
(Oscar Wilde)
Beh io ho corso di giorno ma il senso è quello.
Siamo di ritorno dalla Chianti Ultra Trail by UTMB.
Sono partito dubbioso per una lunga serie di motivi.
Non avevo mai fatto una gara UTMB e, per quello che avevo sentito da alcuni, il rischio dell’effetto circo era alto.
Inoltre ero stai fermo molte settimane per il tendine d’Achille e avevo ri iniziato a correre poco più di due settimane prima della gara.
Vero che avrei fatto solo 20km, ma non mi sentivo minimamente pronto.
E le rassicurazioni dei più esperti sul fatto che il corpo non dimentica , non mi rassicuravano per niente. Oltretutto mi scordo tutto, perché il mio corpo dovrebbe essere diverso?
Il meteo era incerto e veder arrivare quelli della 120km e della 70km in condizioni pietose non mi rendeva allegro.
In più avrei dormito in macchina e l’ultima volta al Mugello ho sofferto talmente tanto il freddo che ancora ho l’ansia e quando ci penso tocca mettermi un pile.
Insomma sono arrivato con una serie di incertezze che hanno fatto squadra tra di loro portandomi al giorno pre gara con la stessa espressione del vecchietto del meme che offre una tazza di qualcosa.
Sorridendo ma con una velata disperazione.
Però le nostre menti sono molto abili a pensare solo al peggio, quantomeno la mia.
Il mio percorso di vita mi ha portato ad accettare tutta questa negatività.
Un po’ cercando di rilassarmi e godermi il momento, un po’ cercando di razionalizzare scenari negativi alquanto improbabili.
La mezz’ora di meditazione in macchina ha sicuramente aiutato nonostante Alessandro provasse a sparare cannonate sulla mie quiete spuntando dalla portiera per aggiornarmi su quanto fosse scivoloso il percorso.
Fatto sta che la gara è stata perfetta, UTMB a livello di organizzazione è perfetta e nonostante Radda in Chianti sia grande come la casa delle Barbie, non abbiamo mai trovato casino, tutto perfetto.
Le critiche restano per me senza senso: non esiste solo UTMB e non hanno il monopolio. Esistono tantissime gare belle e nessuno vi obbliga a farle. Ok fanno pagare anche l’aria che respiri, ma il servizio è l’organizzazione sono ottimi.
UTMB e il Trail della Salsiccia Arrogante dietro casa non sono in guerra e sono due visioni della stessa passione.
Il clima unico, tantissimo entusiasmo. Ho pure visto gli élite arrivare dopo 10 assurde ore per 120 km.
Il tempo è stato ottimo, quasi caldo.
Si, una quantità di fango da perderci le scarpe e forse i calzini, ma fa parte del gioco.
Il sacco a pelo nuovo mi ha fatto dormire 8 ore come un bambino.
La gara, contando che non avrei dovuto farla, è andata alla grande.
Pensavo di andare piano e sono andato piano ma gustandomi tutto , dalla partenza all’arrivo.
Beh, fatta tutta con battiti altissimi e sono arrivato alla fine delle riserve, ma chi se lo aspettava.
La cosa migliore come dicevo, è che mi sono gustato tutto dalla partenza in poi (nonostante fossi arrivato un po’ tardi e quindi in fondo alla coda, praticamente nel paese accanto), l’emozione del battito delle mani, la discesa folle sui prati tipo gregge perché il sentiero era inagibile.
Mi sono gustato il paesaggio, le persone con le quali ho parlato, il ristoro, il sole che sbucava, i vigneti e perfino l’ultima salita nella quale ero cotto ma che ad ora non mi sembra essere stata nemmeno così difficile.
Ricordo la gente che urlava, il 5 dei bambini e l’urlo del vichingo all’arrivo in quanto fratello di barba.
Il tutto nonostante fossi arrivato merdesimo e abbastanza provato.
Il succo di questo resoconto è che spesso ci focalizziamo solo su quello che potrà succedere ma che in fin dei conti è fuori dal nostro controllo.
Sto imparando in questa fase diversamente giovane, che il vero senso sta nelle cose semplici. E’ l’esperienza che conta ok, ma il meteo, il fango, il freddo e tutte le cose che costruiscono quell’esperienza sono dati oggettivi, che non possiamo cambiare, e quindi sta a noi imparare ad avere la mentalità che ci aiuti a non temere cosa non si può cambiare e che ci aiuti ad apprezzare il bello che è in un viaggio del genere.
Ci perdiamo spesso nel rimuginare o ruminare su eventi futuri o passati.
Difficilmente siamo completamente presenti in quel momento pronti a goderci le robe che poi alla fine fanno la differenza.
Pure il tipo di Hong Kong davanti a me che sbuffava vapori all’aglio mi ha fatto simpatia.
La sfortuna di aver iniziato a correre ad una certa età mi mette nella posizione di non essere competitivo é al tempo stesso una enorme fortuna, perché se non sono io stesso a mettermi pressione, sono nella posizione di potermi godere tutta la bellezza e la pace che la corsa sui sentieri riesce a regalare.
Mica poco.