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Quali strategie consigli per mantenere la motivazione nel lungo periodo?

La motivazione è come la felicità, è qualcosa di transitorio, è dopamina.

Mangia cioccolato, sarai felice e ti sentirai motivato a mangiarne altro.

Normalmente quando cominciamo una nuova attività o prendiamo nuove abitudini all’inizio la motivazione è altissima, ci fa stare bene e abbiamo voglia di continuare.

Poi però iniziamo a incontrare i primi ostacoli, la fatica inizia a farsi sentire o non sempre riusciamo ad essere costanti per mille ragioni, la motivazione inizia a scendere e ci mancano le ragioni per mantenere la costanza.
Più che di motivazione, quindi, a me piace parlare di proposito, del senso che diamo ai nostri sforzi e quali desideri leghiamo a questi sforzi.

Quando parliamo di proposito nello sport, ma anche nella vita in generale, ci riferiamo a quella ragione profonda che ci permette di mantenere la disciplina, di alzarci al mattino e riuscire ad incastrare l’allenamento tra i mille impegni e le mille cose che vorremmo fare. Parliamo di quello che ci fornisce la ragioni per rinunciare a qualcos’altro che può avere importanza per noi, in modo da riuscire ad essere costanti nel nostro allenamento.
Ho nominato la rinuncia, ma il proposito è proprio quello che ci dovrebbe aiutare a percepire la scelta di allenarci come un privilegio e non come un sacrificio.

Ultimamente va molto di moda parlare dello sport come abnegazione, ma il punto è che se leghiamo lo sport ad un proposito, la scelta consapevole di alzarsi alle 5 del mattino per poter incastrare l’allenamento con gli impegni quotidiani, dovrebbe essere visto come un piacere e non come un sacrificio.
Siamo privilegiati e fortunati a poter scegliere di fare qualcosa che ci fa stare bene, qualcosa per noi, un tempo da dedicare a noi stessi e che di dia un senso.

La motivazione è qualcosa che va e viene, sale e scende anche a seconda di come ci sentiamo emozionalmente.
Il proposito, invece, è quello che ci sostiene nel lungo periodo, sono le fondamenta del nostro agire. È quello che ci permette di superare momenti difficili, di farci sentire soddisfatti della nostra fatica e dei nostri sforzi. ci aiuta a mantenersi focalizzati anche quando non vediamo risultati immediati e ci fa essere resilienti perché ci dà una ragione per confidare, per avere fede nel processo.

Il proposito è profondamente connesso ai nostri valori, ci dà le ragioni per combattere ed è collegato con quello che è veramente importante per noi, con le ragioni profonde per cui lo stiamo facendo.

Lo strumento principale per capire qual è il nostro proposito è quello di porci delle domande.
“Quali sono le ragioni per cui lo sto facendo?”

Però non basta, quando vi sarete risposti voglio che continuate a domandarvi:
“Si ok, ma per quali ragioni? Per cosa?”
“Voglio vincere?
Voglio stare bene?”
“E per cosa voglio questo?
Quali sono le ragioni per cui lo voglio”
Non basta fermarsi alla prima risposta, bisogna continuare a scavare nelle ragioni che ci spingono:
“Voglio vincere per essere riconosciuto da altri?”
“Voglio vincere per dimostrare a me stesso che posso farlo?”
“Per quali ragioni, questo, mi fa sentire bene?”

Attenzione, però, a non cadere nell’errore di considerare una risposta giusta o sbagliata, buona o cattiva. Ognuno ha le proprie ragioni e non esiste una ragione valida e una non valida, esiste quella che è giusta per te in quel momento.

Le ragioni, infatti, sono legate anche al momento che stiamo attraversando e quelle che trovo oggi potrebbero essere diverse domani, per questo è importante continuare sempre a porsi queste domande, specialmente quando abbiamo l’impressione di girare a vuoto o incontriamo delle difficoltà che ci fanno avere pensieri negativi.

Il proposito si trova continuando a cercare e continuando a stare nel processo.
Abbiamo tempo per continuare a sbagliare a sperimentare e crescere.
Non si tratta di raggiungere l’illuminazione, ma di provare e riprovare, continuando a lavorare.
Si tratta di capire quali sono i tuoi valori profondi e i tuoi punti di forza e di lavorarci.
Si tratta di capire cosa ti dà la forza di svegliarti alle 5 del mattino e infilarti i pantaloni per uscire a correre al freddo.

Penso all’amore e cito Brunori Sas:
“Ma non confondere
L’amore e l’innamoramento
Che oramai non è più tempo
E senza perdere il senso dell’orientamento
Quando fuori tira vento
Per due che come noi non si son persi mai
E che se guardi indietro non ci crederai
Perché ci vuole passione”

ed è proprio questo che distingue la motivazione dal proposito, la prima è innamoramento e il secondo è amore.
Quando le farfalle nello stomaco muoiono, per poter far durare un amore è indispensabile che ci sia una passione, una progettualità, delle ragioni profonde e un senso che trascenda dalla soddisfazione immediata, perché è l’unica cosa che ci permette di superare i nostri limiti, di farci continuare a lavorare senza sentire la fatica, di farci concentrare in quello che facciamo.

Quindi te lo chiedo ancora:
“Per quali ragioni?”
“Perché queste ragioni sono importanti per te?”

Anche dopo aver trovato le ragioni profonde, siamo umani e può comunque succedere di perdere la spinta.
Come nell’amore, allora, devono entrare in gioco tutta una serie di incentivi ed escamotage che ci permettano di continuare a tenere in alto la voglia di continuare ad allenarci:

  • Variare quello che facciamo e il tipo di allenamento .
  • Scegliere compagni di gioco che ci responsabilizzino ad essere costanti, per il solo fatto di aver preso un impegno con loro.
  • Alzare il livello della sfida perché non diventi troppo facile, ma stando attenti a non alzare troppo l’asticella e farlo sfociare in qualcosa che ci metta ansia
  • Pochi obiettivi intermedi che siano misurabili. La nostra mente gode quando può mettere la spunta di check a qualcosa che ha ottenuto e rilascia dopamina che è alla base del piacere

Queste sono alcune delle tecniche pratiche che si mettono in atto in un piano di allenamento, aiuti che ci permettono di continuare a rimanere motivati a farlo, ma la ricerca del proposito è quello che davvero ci permette di provare piacere per quello che facciamo.

Quando mettiamo in atto comportamenti intrinsecamente motivati, che hanno un proposito per noi, la ricompensa diventa l’attività stessa e le ragioni che ci spingono ad agire sono il genuino piacere di svolgere quell’attività, imparare qualcosa di nuovo, diventare più abili e darci un senso di significato.

Alla fine non sono le medaglie di finisher, non sono le coppe che poi lasci impolverare sulle mensole, non sono i tuoi amici e nemmeno i tuoi compagni di allenamento, sebbene possano essere una spinta: l’unico fattore che può fare in modo che qualcosa abbia senso per te, SEI TU e se vuoi qualcosa abbastanza fortemente, le tue ragioni interne sono solide e vincolate ai tuoi valori, allora sarai disposto a spingerti oltre i tuoi limiti.

Autore

  • Mi chiamo Laura e sono atleta per passione più che per vocazione. Mi sono appassionata allo studio della psicologia sportiva e al modello psicobiologico per il miglioramento delle performance negli sport di resistenza e ho iniziato, sperimentando su me stessa, gli effetti di un buon allenamento mentale. Ho conseguito due master in Coaching applicato all’attività sportiva, specializzandomi negli aspetti mentali della preparazione e attualmente seguo alcuni atleti curandone la loro preparazione mentale e l’ottimizzazione della loro performance. Mi potete trovare su Instagram come running.mind_ (o Laura Burzi) o alla mail info@runningmindcoach.com

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